Joseph-Marie Henry
L'Abate Joseph-Marie Henry nacque a Courmayeur il 10 marzo 1870.
Venne ordinato prete nel 1892 e fu vicario a Cogne, Verrayes, Villeneuve, La Salle, Saint-Pierre e Pollein, fino ad essere nominato parroco di Valpelline nel 1903, dove rimase fino alla morte nel 1947.
Personaggio eclettico, l'Henry fu alpinista, storico, naturalista. L'amore per l'alpinismo gli fu instillato soprattutto dal padre, guida alpina di Courmayeur; quando divenne curato di Valpelline, aveva già al suo attivo le più importanti vette della regione, dal Monte Bianco, al Dente del Gigante, dal Cervino alla Grivola e al Gran Paradiso. Dal 1903 si dedicò alla sistematica esplorazione dei monti della Valpelline, pubblicando le minuziose relazioni delle sue ascensioni. E' del 1925 la sua Guide du Valpelline.
All'Henry storico dobbiamo soprattutto le sue ricerche sulla toponimia valdostana, ed opere come Reconnaissances et inféodations dans le Valpelline en 1500, dedicata al regime feudale in Valle d'Aosta agli albori dell'evo moderno, o come la celebre Histoire populaire, religieuse et civile de la Vallé d'Aoste.
In campo naturalistico l'Henry fu soprattutto botanico e particolarmente importante fu il suo contributo allo studio dei licheni della Valle d'Aosta: in contatto con alcuni dei maggiori specialisti dell'epoca, svolse intense campagne di raccolta condotte tra il 1910 e il 1920 e contatti. Parte delle raccolte sono ancora oggi conservate a Saint-Pierre, presso il Museo Regionale di Scienze Naturali.
Nel 1901, spinto dal successo del giardino alpino Chanousia, inaugurato quattro anni prima al Colle del Piccolo San Bernardo, l'Henry tentò di ripetere l'esperimento allestendo un proprio giardino alpino a Plan-Gorret, sopra la natia Courmayeur; dopo alcuni anni il giardino venne però in pratica abbandonato, sia per difficoltà finanziarie, sia per i problemi logistici dovuti al trasferimento del suo creatore a Saint-Pierre, quindi a Pollein e infine a Valpelline.
Uno dei più grandi meriti dell'Henry naturalista fu però il suo decisivo contributo nella rinascita della Société de la Flore Valdôtaine che, con personaggi come il professor Vaccari e il canonico Vescoz, mise nelle migliori condizioni di operare.